Film tratto dal libro “La vita davanti a sé” di Romain Gary (pseudonimo con cui ha pubblicato il libro Emile Ajar) edito da Neri Pozza.
Un anziano medico, affidatario di un minore senegalese orfano, Momo, per il quale i servizi sociali non hanno trovato una famiglia adottiva, chiede a madame Rosà (una splendida Sofia Loren) di accudirlo per qualche mese perché ritiene abbia bisogno del rapporto con una figura femminile, ma capace di essere autorevole. Madame Rosà è un’anziana ex prostituta che si occupa dei figli delle “colleghe”. Da qui inizia un lento avvicinamento fra il bambino e Rosà, che diventerà un percorso di aiuto esistenziale reciproco, in cui si costituiranno come “famiglia”.
Nel film sono trattati, con una delicatezza poetica, tanti temi relativi all’affido: la difficoltà di fidarsi, la rabbia da addomesticare come il leone di Momo, la nostalgia, il rapporto con gli altri affidati, il legame con la famiglia di origine, il distacco, il rispetto delle diversità sessuali, culturali e religiose, la reciprocità, l’incontro di solitudini e solidarietà. Ed ancora molto interessante il sostegno fra adulti, la ricchezza nascosta in persone apparentemente inadatte, la pazienza ed il rispetto dei tempi dei bambini, la ricerca di altri appoggi adeguati sia per affinità cultural-religiosa, che per saggezza (il negoziante a cui madame Rosà chiede di impegnare Momo in qualche lavoretto).