Caso Bibbiano: è arrivata la sentenza che smonta le accuse infamanti del 2019

Dopo più di 6 anni da quell’infame 27 giugno 2019, precisamente il 9 luglio 2025 arriva finalmente la sentenza definitiva sul famoso e famigerato “caso Bibbiano” (ne avevamo parlato anche noi qui e qui): è arrivata dal Tribunale di Reggio Emilia l’assoluzione per 11 dei 14 imputati, tra cui la psicoterapeuta Nadia Bolognini.

La sintesi di Simona Musco: «Niente ladri di bambini. Niente elettroshock. Nessun sistema, né “metodi”. Crolla clamorosamente il teorema di Bibbiano. Nessun minore è stato allontanato ingiustamente dai genitori e non è stato instillato nessun falso ricordo per convincere i bambini di aver subito abusi». La sentenza di primo grado è arrivata peraltro dopo l’assoluzione in via definitiva per lo psicoterapeuta Claudio Foti. Non c’erano “angeli” contrapposti a “demoni”.

Sei anni fa c’è stato clamore mediatico (fra “angeli” e “demoni” si era subito semplicisticamente optato per i secondi), e non poca strumentalizzazione politica, soprattutto da parte di Movimento 5 stelle, Fratelli d’Italia e Lega. Oggi tutto crolla, ma si fatica a rintracciare le scuse di chi anni fa diceva “Parlateci di Bibbiano” o “Saremo gli ultimi ad andarcene”. Forse qualcuno se ne andò prima perché nel frattempo era diventato capo dell’opposizione, o vicepremier… in un paio di caso anche Presidente del Consiglio. E oggi però tace… aspettiamo fiduciosi qualche scusa ufficiale, che non sarebbe male.

Anna Guerrieri, presidente del Coordinamento Care, ha detto che «la campagna mediatica e politica che ha accompagnato il “caso Bibbiano” ha generato un clima di sfiducia diffusa nei confronti di chi si occupa di affido. Si è insinuato il sospetto che ogni intervento di tutela celasse intenti illeciti, interessi occulti o, peggio, un sistematico disegno di sottrazione dei minori alle famiglie. Una narrazione tossica e infondata. Come Coordinamento di associazioni familiari adottive e affidatarie non possiamo che esprimere una profonda preoccupazione per i danni, concreti e duraturi, che questa vicenda ha inflitto al mondo dell’affido e dell’accoglienza».

Già, perché quello è successo. E oggi fa bene sapere che, al netto di qualche episodico errore che può sempre capitare e che andrà sempre perseguito e corretto, non c’è un sistema corrotto, non c’è elettroshock, gli psicoterapeuti non istillano “falsi ricordi”, non c’è un sistema per avere un ritorno economico. C’è solo la faticosa e paziente opera di provare a proteggere i minori, in un clima legislativo complicato, con poche risorse e la consapevolezza di trattare i più fragili fra i fragili. Il sistema è mille e mille volte perfettibile, ma è orientato al benessere del minore, e non al ritorno economico. Punto.

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