Comunicato stampa
Con la sentenza dei giorni scorsi sul “caso Bibbiano”, si chiude definitivamente una delle vicende di disinformazione e delegittimazione più gravi degli ultimi anni che ha colpito pesantemente il sistema complesso e delicato della tutela dei minori.
Nessun demone, niente orchi o “ladri di bambini”: su 14 imputati, 11 assolti e tre condannati per reati minori e non inerenti al tema. Come dire: Il clima di sospetto, di insinuazione di loschi interessi, di vere e proprie accuse, prima di un’accurata indagine e accertamento dei fatti, è stato smontato completamente.
Per fortuna la giustizia, pur con tempi lunghi, non adatti alla memoria collettiva, ha reso onore a coloro che erano coinvolti.
Lo stesso onore e rispetto che ora andrebbe reso a tutto il sistema (servizi sociali, enti di terzo settore giustizia minorile) che furono insieme travolti da un’ondata di fango senza distinzioni.
Le conseguenze sono state pesanti: servizi intimoriti, tempi di intervento allungati (a discapito dei bambini che hanno bisogno di tempi rapidi), minori disponibilità all’accoglienza. Andrebbe ribadito, soprattutto da chi si espose con tanta aggressività, che la cultura dei diritti dei minori non è di parte, appartiene a tutta la collettività come conquista civile, arretrare su questo è tornare indietro nella storia.
Occorre ora rilanciare l’affido e il sistema di tutela minorile, va fatto come risarcimento per il tempo perso, per i torti fatti e come investimento, oggi più che mai, necessario e utile per il nostro futuro.
Condividiamo le dichiarazioni e gli appelli di organizzazioni nazionali quali il CARE e il CNCA, e auspichiamo che si oda anche a Brescia qualche autorevole presa di posizione.